Il Pelmo è uno dei gruppi dolomitici più maestosi, imponenti ed impenetrabili. A differenza di molti altre montagne dolomitiche che presentano una sorta di "continuità" tra un massiccio ed un altro, il "Caregòn del Padreterno" è isolato e lontano da qualsiasi altra montagna. Inoltre "emergendo" direttamente dai verdi alpeggi dell'Agordino, della Val di Zoldo e del Cadore con infinite pareti verticali risulta apparire ancora più "possente" di quanto già non lo sia.
Nonostante tutta questa "potenza" il giro del Pelmo è una escursione alla portata della grande maggioranza degli escursionisti a patto di avere un buon allenamento e di avere confidenza con il terreno scivoloso e friabile dei ghiaioni. La salita in vetta invece, anche per la via normale, rimane un itinerario appannaggio di escursionisti molto esperti con capacità alpinistiche.
Il giro del Pelmo e Sentiero Flaibani
Punto naturale di partenza per affrontare il giro del Pelmo è Passo Staulanza a quota 1766 m slm il valico stradale che divide l'Agordino dalla Valzoldana. Lasciata l'auto in uno dei tanti parcheggi si imbocca il sentiero che parte di fronte al Rifugio/albergo Staulanza.
Superati i recinti delle mucche (attenzione a non prendere la scossa toccando il filo elettrificato) dopo qualche minuto si arriva ad un primo bivio: scegliendo la strada di sinistra si farà il giro in senso orario, scegliendo la strada di destra in senso antiorario.
Giro in senso orario: se saliamo subito a Forcella d'Arcia troveremo dopo la forcella una ripidissima discesa su terreno semovente che cala verso la Val Boite, la stessa di Borca di Cadore, San Vito e Cortina d'Ampezzo. Questo tratto inoltre è seguito da una breve ma delicata parete attrezzata con cavo metallico da fare in discesa.
Personalmente consiglio a chi soffre un po' di vertigini o ha poca esperienza di montagna di fare questo delicato tratto in salita (quindi di scegliere il senso antiorario). Le difficoltà atletiche per i due giri sostanzialmente si equivalgono, vi è solamente una differente distribuzione dei tratti di discesa e salita.
In questo articolo viene descritto il giro in senso antiorario, quindi i passaggi delicati del sentiero Flaibani vengono affrontati in salita mentre l'immenso ghiaione che dalla Val d'Arcia scende verso Selva di Cadore viene affrontato in discesa.
Pertanto, arrivati al primo bivio dopo Passo Staulanza seguire il sentiero numero 472. Si sale con pendenza leggere in un magnifico bosco su un terreno molto ricco di sorgenti d'acqua (attenzione a non scivolare). Si prosegue fino a Pala de le Dee senza aver grandi viste sul Pelmo ma potendo contare su spettacolari vedute sul Monte Civetta.
Il bosco termina in prossimità del Col de le Crepe Cavaliere: da questo punto in poi il sentiero corre tra mughi e prati. Finalmente le grandi e alti pareti del Pelmo si possono ammirare in tutta la loro maestosità.
Il sentiero prosegue senza difficoltà fino ad un punto in cui con una serie di delicati tornanti si scende nella Val d'Agnel. Con un ultima rampa infine si sale al Passo di Rutorto (1931 m slm) un luogo magico che regala dei bellissimi prati verdi che invitano a fare una sosta ammirando i panorami che improvvisamente si aprono su Antelao, Sorapis e Val Boite.
A pochi minuti dal Passo di Rutorto sorge l'accogliente Rifugio Venezia (quota 1946 m slm).
Dopo una veloce sosta inizia la parte più faticosa della gita. Seguendo il segnavia 480 si sale per un comodo ghiaione che punta dritto ad una rocciosa forcella ai piedi delle Crode di Forca Rossa.
Giunti in Forcella inizia la parte più delicata dell'itinerario. Da questo punto in poi il Sentiero Flaibani assume un carattere decisamente alpinistico.
Dopo la forcella si devono affrontare delle pareti attrezzate con cavo metallico particolarmente esposte.
Fare molta attenzione soprattutto quando si incontrano gli escursionisti che hanno deciso di fare il giro del Pelmo nel senso opposto.
Superate le brevi cengette attrezzate si giunge alla base di un ripidissimo canalone ghiaioso che dà la mazzata finale alle nostre gambe. Il terreno è particolarmente poco solido e la salita è su ghiaione mobile quindi "un passo avanti e tre indietro".
Con fatica e sudore si giunge all'ampia Forcella della Val d'Arcia (quota 2476 m slm): l'ambiente ed i panorami ripagano ampiamente della fatica fatta. Una lunga sosta è d'obbligo sperando che il vento sicuramente presente non sia troppo forte e freddo.
Si scende infine verso lo scenografico vallone roccioso della Val d'Arcia passando a fianco di un grande nevaio. Attenzione a non perdere la traccia principale del sentiero in quanto ci sono numerose tracce che si possono seguire ma alcune di loro richiedono una buona capacità tecnica e buone doti atletiche soprattutto in discesa.
Con calma si scende il grandissimo ghiaione del Pelmo fino ad arrivare in località Sale de Croda Toronda dove il sentiero torna, finalmente, ad essere compatto e comodo. Con un ultimo sforzo, seguendo i segnavia numero 472, si torna al Passo Staulanza per una meritata birretta al Rifugio Passo Staulanza presa, meteo permettendo, dal grande terrazzo all'aperto ammirando Forcella Val d'Arcia oltre 700 m più in quota.